I cataloghi della moda e del fashion: cartacei o digitali?

 

I cataloghi della moda e del fashion oggi non sono solo uno strumento commerciale e di marketing.

È meglio un tradizionale catalogo cartaceo oppure l’innovativo catalogo digitale?

L’uno non esclude l’altro, ma anche i cataloghi cartacei si devono innovare e, trattandosi di moda, diventare eleganti sia dentro che fuori.

 

I cataloghi cartacei

I cataloghi cartacei, infatti, diventano oggetti di design e di pregio da mostrare al cliente nello showroom aziendale o durante una delle tante Fashion Week che il calendario della moda propone del mondo, dall’Europa all’Africa, da Mosca a New York.

Non assomigliano più ai magazine di moda patinati, ma le copertine sono in un sobrio ed elegante nero, senza modelle in copertina, ma con il solo brand in bianco al centro.

All’interno, le pagine patinate, possono ancora mostrare la modella o il modello, che indossa il capo di campionario, ma le foto sono sfuocate ad arte ed i codici prodotto poco evidenti.

Oltre ad essere esteticamente eleganti i cataloghi però devono essere utili, quindi, un’ottima soluzione è quella dei raccoglitori brendizzati, contenenti le schede tecniche con i vari figurini che mostrano i diversi look, accompagnati dalle cartelle colore e dai campioni dei tessuti, corredati dai relativi codici.

 

cataloghi

 

 

Uno strumento di marketing e di lavoro che unisce lo stile dei figurini dei grandi stilisti del passato, come questo di Yves Saint Laurent, ai moderni standard produttivi.

 

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I cataloghi digitali

In una intervista del 2016, la direttrice di Vogue, Anna Wintour, ha dichiarato che:

Sarebbe ridicolo ignorare la velocità e le possibilità che il panorama digitale offre.

Le schede del catalogo cartaceo devono quindi avere un loro backend digitale in azienda, naturalmente più dettagliato, che permette di ottimizzare la gestione del campionario e di conservare l’archivio non solo digitale, ma anche fisico dei capi.

In questo modo sarà ottimizzato anche il magazzino di campionario, e lo staff dell’azienda non avrà difficoltà anche a distanza di tempo a ritrovare un determinato capo, senza dover “andare a memoria”.

Gli archivi della moda stanno diventando preziose risorse non solo come fonti d’ispirazione, ma anche economiche per le aziende che li posseggono e li sanno gestire.

 

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I cataloghi digitali, come quelli cartacei, possono essere mostrati ai clienti negli showroom e nel corso delle Fashion Week, semplicemente usando un tablet o uno smartphone.

Il vantaggio è che l’archivio digitale può contenere molte più informazioni di quello cartaceo.

Infine, i cataloghi digitali possono essere una risorsa che l’azienda mette a disposizione online nel proprio sito aziendale oppure ecommerce, con vari livelli di accessibilità, come ha fatto ad esempio il ricamificio e laboratorio creativo del lusso Puntoart.

Si potranno così:

  • Offrire a giornalisti o agli influencers accessi immediati a tutta la collezione nel momento in cui lo richiedono.
  • Caricare tutti i look della collezione e i contenuti multimediali.
  • Condividere sample concreti o look della collezione con un semplice link.
  • Connettere i campioni digitali con le richieste fisiche dei capi, per velocizzare i processi e rompere le barriere tra archivio fisico e digitale.

 

Grazie per aver letto fin qui l’articolo, sicuramente t’interessano queste tematiche, condividilo.

Per approfondimenti sui cataloghi e archivi digitali contattami a c.ravara@yourboost.it