Il Marketing culturale dei territori è anche l’arte di guardare l’arte e non solo

Per definire il marketing culturale dei territori abbiamo preso in prestito il titolo di un libro di Philippe Daverio, ed una sua frase:

“L’unica soluzione è quella di prendere i ‘vedenti’ e insegnare loro l’arte di guardare l’arte”.

Ma la soluzione a cosa? Alla tutela ed alla valorizzazione dei beni culturali del territorio.

Ecco, le solite parole che dice qualsiasi Ministro della cultura o funzionario della Soprintendenza, ma poi ci si scontra con la realtà, la mancanza di fondi per la cultura, e allora come si fa?

Non pretendiamo di dare una soluzione a problemi strutturali nazionali, ma solo qualche spunto di marketing culturale su cui riflettere.

 

La valorizzazione dei beni culturali dei territori

L’Italia è letteralmente costellata di beni culturali e di piccoli musei da “valorizzare”, ma cosa significa letteralmente “valorizzare“? Aumentarne il valore economico e dare il giusto risalto. Allora come si fa per qualsiasi altro prodotto commerciale…

Però una mela è una mela, quindi tutti sappiamo dargli un valore economico invece che valore hanno una:

  • statua
  • quadro
  • ponte
  • libro
  • documento
  • un bene culturale?

Ecco che nascono i primi problemi, perchè solo in pochi riescono a “valutare” queste cose.

Il primo problema quindi è culturale. Sembra che le persone non abbiano abbastanza conoscenze per “valutare” e quindi apprezzare un bene culturale, ma non è così, perchè sia in Italia che all’estero la consapevolezza sta notevolemente aumentando, soprattutto grazie al web che permette gratuitamente di ottenere informazioni di qualsiasi tipo su qualsiasi cosa in tempo reale.

Un tempo per acculturarci avremmo dovuto comperare una costosa enciclopedia, ma soprattutto avere il tempo di leggerla, oggi basta un clic, per sapere tutto sulla Gioconda.

In particolare i social media, Facebook, Pinterest, Youtube permettono ormai di vedere e sapere quasi tutto su un’opera d’arte.

 

Marketing culturale dei territori

Prima abbiamo citato come esempio la Gioconda di Leonardo da Vinci, uno dei quadri più noti al mondo, ma cosa dire del monumento che vedo quando sono in una città o località e m’incuriosisce? Cerco e non trovo nulla sul sito web istituzionale di quel Comune oppure sui siti deputati alle informazioni turistiche.

Il secondo problema è ancora culturale, o meglio di scarsa conoscenza del marketing culturale e del web marketing culturale, perchè coloro che sono deputati a farlo, non si preoccupano scrivere contenuti sul web relativi al bene culturale della propria città, fare quello che in gergo si dice storytelling, in questo caso nel senso più stretto del termine.

Eppure per far questo non servirebbero molte risorse economiche, perchè ormai tutti i Comuni hanno un sito internet, ma purtroppo non lo usano per questo scopo e, quando lo fanno, le informazioni sono scarse, non aggiornate, non adeguate al web come contenuti e immagini.

Ci sono anche strumenti e piattaforme specifiche, citamo solo a titolo di esempio, quelle con le quali abbiamo collaborato Live in Riviera di Tim e Cityteller.

Il turismo culturale e la consapevolezza del cittadino

Nella tabella sopra si vedono i dati relativi  al numero di visitatori paganti (2015) tratti dal sito dell’Osservatorio nazionale per il turismo.

 

marketing culturale

 

Oggi i turisti sono curiosi ed alcune categorie in particolare – quelle buyer personas da individuare, per dirla con la terminologia Inboud – come coloro che praticano il turismo culturale lo sono in modo particolare, perchè si muovono esclusivamente per visitare città d’arte, mostre, musei e monumenti.

Secondo le statistiche dell’Osservatorio del turismo, purtroppo ferme al 2015, il 36% degli arrivi totali in Italia sono stati registrati nelle città d’arte.

La domanda straniera costituisce una componente importante nell’ambito dei flussi turistici nelle località d’arte italiane: sul fronte degli arrivi infatti il 60% è determinato dagli stranieri e per le presenze tale percentuale sale leggermente al 61%.

Ma anche i cittadini sono curiosi e vorrebbero conoscere ogni angolo della loro città, quindi anche per loro deve essere descritto sui siti web, in tal modo, se sono più consapevoli del bene culturale comune – non a caso è chiamato “bene”, perchè ha un valore economico – possono contribuire a valorizzarlo, anche solo scrivendone e promuovendolo sui social, e tutelarlo.

Ecco l’altra parola chiave, “tutela“, che significa proteggere, difendere, salvaguardare.

Il termine ricorda la tutela di un minore oppure di una persona in difficoltà e ben si applica purtroppo al bene culturale in Italia, costantemente da proteggere.

Riprenderemo questo argomento, perché ci sono molti altri aspetti da “valorizzare“.

Intanto…

 

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